Giovanni Ronghi un HD napoletano DOC per Royal Caribbean

Nella mia crociera ai Caraibi a bordo di Jewel of the Seas ho avuto l’onore di intervistare l’Hotel Director Giovanni Ronghi, una delle persone più gentili e ospitali che abbia conosciuto a bordo di una nave da crociera.

Giovanni Ronghi un HD napoletano DOC per Royal Caribbean

Giovanni Ronghi un HD napoletano DOC per Royal Caribbean

L’intervista è stata davvero atipica e si è svolta in più riprese, diventando in pratica l’occasione per socializzare con buona parte dello staff alberghiero della nave.

Giovanni Ronghi è napoletano DOC e nonostante abbia trascorso gran parte della sua vita all’estero, ha sicuramente conservato lo spirito che contraddistingue questa parte d’Italia, che ho sempre ammirato, e che pone l’ospitalità come uno dei valori principali in ambito sociale.

Giovanni si è laureato in Hotel Management a Napoli e subito dopo gli studi ha inseguito il suo sogno di lavorare all’estero, viaggiare e conoscere lingue e culture diverse.

Ha iniziato a lavorare a Francoforte in Germania in un hotel a 5 stelle per un anno e in seguito ha girato il mondo alle dipendenze di catene internazionali, come la Intercontinental alle cui dipendenze è rimasto fino a 8 anni fa, occupando una carica di alto livello, come responsabile di ben 4 hotel della catena.

La scelta di passare dagli hotel alle navi da crociera è stata motivata soprattutto da problemi legati alla famiglia. Giovanni infatti nel suo ultimo incarico a terra lavorava e viveva in Messico, paese che nell’ultimo decennio ha avuto un notevole incremento di delinquenza a livello locale, al quale è conseguito un abbassamento della qualità della vita.

Avendo figli in età universitaria, la scelta migliore è stata quella di trasferirsi a Miami, entrare alle dipendenze di Royal Caribbean e permettere alla famiglia uno stile di vita più sicuro e ai figli un livello di strutture universitarie di alto livello.

Già da queste premesse si capisce quanto Giovanni ami la sua famiglia e sia disposto a porla al di sopra dei propri interessi personali, a questo si aggiunge l’amore per la tua terra d’origine, dove torna spesso e dove ancora ha parenti, tanto che quando parla della sua Napoli gli occhi risplendono e la voce cambia inflessione.

Il passaggio da un lavoro a terra a un lavoro su una nave da crociera, seppur nello stesso ambito di mansioni, non è stato sicuramente facile e ha richiesto un notevole impegno professionale.

Giovanni ha puntualizzato, che sulle nave il problema primario è la sicurezza di passeggeri ed equipaggio e che le norme relative sono molto più restrittive e complesse di quelle di un grande albergo.

Giovanni Ronghi un HD napoletano DOC per Royal Caribbean

Ha girato molte delle navi della flotta e Jewel of the Seas è una delle sue preferite in quanto le dimensioni più ridotte consentono di interagire in maniera più diretta con il personale che è alle sue dipendenze. Non c’è stato bisogno di chiedere il tipo di rapporto che intrattiene con i suoi dipendenti; ho potuto vederlo di persona in diverse occasioni. Ha per tutti una parola di incoraggiamento, dal giovanissimo cameriere del bar al quale parla nella sua lingua per farlo sentire maggiormente a suo agio, ad altri membri dell’equipaggio di qualunque grado siano.

Di ognuno di quelli che mi presenta mi racconta qualcosa, da dove vengono, quanti anni ha il ragazzo che serve al bar, chi è il cameriere che fa il miglior caffè in nave; si vede insomma che è orgoglioso del suo staff e consapevole di essere riuscito a creare un’atmosfera di reciproca stima e far sì che tutti si sentano appagati del ruolo che rivestono.

Giovanni Ronghi un HD napoletano DOC per Royal Caribbean

Ho chiesto in particolare a Giovanni cosa devono aspettarsi gli italiani che scelgono Royal Caribbean come compagnia di crociera, soprattutto quelli che nei prossimi mesi saliranno a bordo di Jewel of the Seas che si sposterà nel Mediterraneo e dall’homeport di Civitavecchia partirà per crociere dirette sia nel Mediterraneo occidentale che in quello orientale.

La sua risposta è stata molto esauriente ed ha confermato pienamente le mie convinzioni in tal senso. Innanzi tutto gli italiani devono rendersi conto di essere su una nave americana e quindi non possono aspettarsi che tutte le persone dell’equipaggio a cui si rivolgono parlino in italiano, ma aggiungo io, non succede neppure sulle navi “italiane” che ormai si stanno internazionalizzando.

Per contro il personale parlante italiano a bordo è parecchio, già presente ai Caraibi, sarà incrementato per il periodo in cui la nave stazionerà nel Mediterraneo. A bordo ci sarà un ambasciatore parlante italiano per ogni esigenza, oltre a personale in reception.

Al ristorante ci sono parecchi camerieri che parlano la nostra lingua ed è possibile trovare il menù in italiano; addirittura mi ha detto Giovanni si trova anche un menù per i non vendenti in Braille.

Per chi avesse problemi di allergie o altre intolleranze alimentari, basta farlo presente alla prenotazione e ricordarlo una volta a bordo e verranno prese tutte le precauzioni del caso.

La qualità e la scelta del cibo è ottima, e ho potuto sperimentarlo anche io, ma naturalmente va sempre considerato che non siamo in Italia e certi piatti tipicamente italiani sono rivisitati con un gusto internazionale e questo implica soprattutto i piatti di pasta e la pizza.

Insomma, come fa notare il nostro HD, a bordo non troverete la cucina di mamma, ma si mangia bene e si trova veramente di tutto.

Nella stagione mediterranea i piatti presenti nelle zone di ristorazione verranno ulteriormente arricchiti con l’aggiunta di un intero bancone con salumi vari, affettati sul momento, parmigiano e altri formaggi locali. Non mancherà neppure la Nutella, che ormai è una droga per molti di noi.

A bordo, pur essendo una nave americana, gli italiani non saranno assolutamente abbandonati, ci sarà anche un direttore di crociera italiano, tutti gli annunci e l’esercitazione di emergenza saranno svolti anche in italiano e il Cruise Compass (giornale di bordo con tutto il programma del giorno) sarà anche stampato nella nostra lingua.

A bordo però non ci saranno solamente italiani e quindi è giusto che si pensi a tutti gli ospiti presenti e si cerchi di soddisfare le esigenze di ognuno.

In ultimo abbiamo affrontato un problema che si presenta spesso con i clienti italiani, ma non solo, relativo allo storno delle quote di servizio; far togliere le mance dal proprio conto senza un valido motivo e cioè senza che si siano verificati reali disservizi, è una procedura che andrebbe scoraggiata.

Le quote di servizio, specie nella cultura statunitense, sono una norma, un qualcosa di praticamente dovuto e chi si vede privato di tale quota oltre al danno economico ha anche un danno di immagine.

Quindi il consiglio è di togliere le quote di servizio solo in casi estremi, e lasciarle invece se il trattamento che avete ricevuto a bordo è nello standard di Royal Caribbean con un’attenzione al cliente di livello davvero alto.

Alla piacevole chiacchierata con il simpaticissimo Giovanni Ronghi si sono uniti altri membri dello staff che passavano dal Bar Vintage dove eravamo seduti a chiacchierare e tra questi il Food and Beverage Manager Melroy Antao, originario dell’India e che vanta ben 28 anni di servizio a bordo della flotta Royal Caribbean.

Giovanni Ronghi un HD napoletano DOC per Royal Caribbean

Con lui abbiamo chiacchierato delle crociere vecchio stile e dell’evoluzione del mercato nel corso dell’ultimo ventennio e inoltre si è gentilmente offerto di organizzarmi una visita privata alle cucine della nave, dove ho potuto ammirare il personale all’opera e vedere quanto sia organizzato il dietro le quinte di una nave che pur servendo un numero altissimo di pasti giornalieri riesce a mantenere uno standard qualitativo molto elevato.

Ho notato inoltre, parlando anche con altri membri dello staff, che quelli che lavorano per questa compagnia di crociera tendono a non abbandonarla per altre, è incredibile sentire che c’è parecchio personale che lavora da molti anni per la stessa compagnia, segno evidente di rispetto e trattamento adeguato; credo che Royal abbia sposato al meglio la filosofia “tratta bene il tuo personale così che sia contento e possa riversare questa sensazione sui clienti”.

Ringrazio ancora l’Hotel Director Giovanni Ronchi e il suo staff per il tempo e l’attenzione che mi hanno concesso e soprattutto ringrazio Royal Caribbean per avermi permesso di effettuare queste interviste a bordo di Jewel of the Seas.

Se non l’avete ancora capito io sono rimasta entusiasta di questa compagnia e non vedo l’ora di ripartire a bordo di una delle navi della flotta per ritrovare la stessa atmosfera e sentirmi di nuovo coccolata e viziata.

Image credits: Cinzia Marchisio, all rights reserved

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04/03/2017 ore 16:00 – “Post protetto da Licenza Creative Commons International CC BY-ND 4.0″

Cinzia Francesca Marchisio
Cinzia Francesca Marchisio

Cruise addict convinta, con la bellezza di 430 giorni di crociera alle spalle, in passato ha collaborato per otto anni con il portale di ItalianSubs, utente molto attiva in Cruise Critic, è inoltre admin di Croceristi per la vita

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