La prima cosa che ho avuto modo di conoscere di Doha è stato il suo aeroporto, nel corso di diversi scali fatti per raggiungere destinazioni più lontane. Ogni volta che tornavo, anche a distanza di poco tempo, trovavo notevoli cambiamenti e lo scorso anno il nuovo terminal di questa futuristica città mi ha lasciata davvero senza fiato.
Ho avuto la fortuna di viaggiare tanto e vedere gli aeroporti più belli del mondo, da quello di Dubai, a Singapore e via dicendo, ma il nuovo aeroporto di Doha mi ha colpito per la sua fastosità ed immensità, tanto che è stata l’unica volta che ho rimpianto di non aver potuto trascorrere più tempo nell’attesa del volo.
Dopo aver visto questa meraviglia è sicuramente cresciuta la voglia di conoscere meglio la città che lo ospita e ho potuto realizzare il mio desiderio nel corso della crociera nel golfo persico fatta con MSC Fantasia.
La sensazione che avuto avuto in aeroporto si è concretizzata ancora di più una volta sbarcata in questa città, il cui porto, si estende a formare una mezzaluna, quasi a ricordarci che ci troviamo in un paese arabo.
Doha da l’impressione di una città che corre, che è tesa a progredire alla velocità della luce, che vuole raggiungere e superare il prima possibile le consorelle degli Emirati, quali Dubai e Abu Dhabi; è una città che andrà sicuramente rivisitata nei prossimi anni.
E’ come se tutto dicesse: “Ok, siamo già bellissimi, ma non ci accontentiamo, vogliamo stupirvi ancora di più e ci riusciremo, vedrete davvero cose da mille e una notte”.
Intanto Doha si sta preparando per i mondiali di calcio del 2022; in costruzione nuovi stadi come non si sono mai visti e una rete di infrastrutture in grado di accogliere un simile evento; d’altra parte il calcio in Qatar è uno sport che appassiona molti, quasi come da noi in Italia.
Doha al primo impatto da l’impressione di una città molto sicura da girare per conto proprio. Il sistema più pratico da utilizzare sono i taxi; esiste anche un bus turistico di quelli a due piani, ma secondo me al momento per il rapporto qualità-prezzo non è conveniente.
Innanzi tutto la prima cosa da fare a Doha è ammirare lo skyline all’avanguardia e una sosta sulla corniche per scattare qualche foto è un must do. Se guardate attentamente è probabile che potrete scorgere anche i lavavetri all’opera che offrono uno spettacolo degno di quello degli acrobati di un circo.
Doha è una città work in progress, con grattacieli che si stagliano e colpiscono per le forme insolite e progetti futuristici che sfiorano la fantascienza; tra questi la Perla, un’isola artificiale la cui ultimazione è prevista per il 2018 e che offrirà ben 32 chilometri di litorale.
Il Qatar lotta per strappare sabbia al deserto e trasformarla in oro, oro che luccica, che abbaglia e ti sbatte in faccia tutta la ricchezza di questo paese, in maniera quasi spudorata.
Il cuore del Qatar, però, è ricco di tradizioni, che non vengono rinnegate, ma che sono motivo di vanto; come chi è partito da un granello di sabbia ed è arrivato a costruire una montagna.
Una visita al souk Waqif è sicuramente d’obbligo per capire meglio questa città e i suoi abitanti. Questo bazar è stato ristrutturato di recente, ma non disdegna le sue origini di mercato dedito allo scambio dei beni di prima necessità e al commercio di quello che una volta era il più fruttuoso, quello delle perle, un oro bianco, difficile da trovare, che negli anni è stato rimpiazzato dall’oro nero.
Il souk è uno dei più caratteristi che abbia mai visitato nei paesi arabi; innanzi tutto stupisce la pulizia e l’ordine e inoltre ci sono delle zone molto particolari che meritano una visita.
In primis la zona dedicata al commercio dei falchi, animali che vengono utilizzati per la caccia e che possono valere anche parecchi milioni e conferiscono ai loro possessori un imprinting di nobiltà e fierezza, come se le caratteristiche che li contraddistinguono passassero per osmosi a coloro che li posseggono, o forse sono solo le persone che hanno queste caratteristiche a poter essere i padroni di simili animali.
D’altra parte non ci sono solo i falchi a testimoniare la fierezza dei qtariani; nel souk troviamo anche i cavalli arabi e chi ha avuto la fortuna di montare in sella a un destriero di questa razza, potrà testimoniare che non sono semplici cavalli, ma sono i figli stessi del deserto e del vento, nati per danzare e portare armonia nel mondo.
Ultima tappa prima di tornare al porto è il MIA, il museo dedicato all’arte islamica. Prima di entrare, osservate attentamente la sua struttura, se guardate bene vedrete il viso di una donna con il burka, naturalmente stilizzata, ma facilmente riconoscibile, un omaggio all’universo femminile in un luogo che raccoglie tutto quello che è arte e sapere del mondo arabo.
All’interno oltre alle innumerevoli opere d’arte di ogni periodo, suddivise in varie stanze, è sicuramente da ammirare l’architettura innovativa che permette una vista stupenda sulla baia.
Il museo è gratuito e inoltre all’interno è disponibile anche il Wi-Fi.
Dopo una giornata trascorsa in un futuro che però non ha dimenticato e anzi vuole valorizzare il suo passato, quale finale migliore che quello di ammirare lo skyline di Doha dal ponte della nave in partenza, magari al tramonto e fare qualche foto ricordo.
Se tornerete dopo un breve periodo e rifarete la stessa foto, nello stesso istante della giornata, sono certa che le due immagini non potranno mai sovrapporsi, perché sarà sicuramente sorto qualche nuovo grattacielo e l’armonia sarà mutata, un po’ come quella di una composizione di musica classica, che parte in sordina e sale verso un crescendo di emozioni.
Image Credits: Cinzia Marchisio, all rights reserved
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08/01/2017 ore 12:30 – “Post protetto da Licenza Creative Commons International CC BY-ND 4.0″