Dopo poco più di 100 anni, una nuova tesi confermerebbe che il Titanic non è affondato – solamente – a causa dell’impatto con un iceberg ma per un enorme incendio scoppiato a bordo che avrebbe indebolito lo scafo, rendendolo più vulnerabile (si parla del 75%).
E’ la tesi che ieri ha fatto il giro del mondo: il Titanic, la nave inaffondabile, l’emblema del lusso di inizio secolo, il prodotto dell’industria navale più chiacchierato ed ammirato, per la storia è affondato a causa dell’impatto laterale con un enorme iceberg proprio durante il suo Maiden Voyage, il viaggio inaugurale, lasciando a morire nelle acque gelide più di 1.500 passeggeri.
Secondo il giornalista Senan Molony questa teoria è quasi giusta: ma sinora sarebbe stata nascosta al mondo la vera causa, ossia che i passeggeri siano rimasti vittime di negligenza criminale. Perché secondo Molony, la vera causa è da ricercare addirittura ancor prima che la nave lasciasse il cantiere di Belfast, dove il transatlantico fu ‘vittima’ di un violento incendio che l’avrebbe gravemente danneggiata proprio nella zona dove l’iceberg l’avrebbe poi colpita.
L’inchiesta ufficiale ha sempre sostenuto un atto di Dio l’affondamento: ma più che forze superiori, nel caso del Titanic si trattò di vari fattori a dir poco straordinari a causarne l’immatura fine, e cioè fuoco, acqua e, alla base di tutto, una dose massiccia di negligenza criminale, come spiega Molony al Telegraph.
La tesi non pare campata in aria come tante che in questi 100 anni si sono succedute: Molony infatti, ha studiato la tragedia del Titanic per circa 30 anni, accedendo a rarissime fotografie scattate dall’ingegnere elettrico capo del transatlantico, prima che questo lasciasse il cantiere. In alcune avrebbe identificato i segni neri lasciati dal fuoco sul lato anteriore destro dello scafo della nave.
Le foto in questione sono venute alla luce solo durante una recente asta privata, come ha documentato The Sun, e fanno luce ulteriore sul disastro che, a quanto pare, era abbondantemente annunciato: mostrano chiaramente lunghe strisce nere della lunghezza di circa 9 metri – proprio dove l’iceberg avrebbe poi impattato.
Secondo Molony, ciò avrebbe causato debolezza nello scafo proprio in quel punto specifico e ancor prima che la nave lasciasse Belfast direzione New York: secondo il racconto ufficiale, l’iceberg avrebbe causato un taglio di circa 90 metri sul lato dello scafo ma, quando è stato possibile esaminare il relitto, non ne è stata trovata evidenza.
L’incendio sarebbe un fatto noto ma che è stato sottovalutato: sarebbe iniziato quando centinaia di tonnellate di carbone “auto-riscaldato” avrebbero incendiato una vasta area di stoccaggio del combustibile adiacente ad uno dei locali caldaia della nave. Sempre secondo testimonianze raccolte dal Telegraph, una dozzina di uomini avrebbero combattuto le fiamme per giorni (o addirittura, si ipotizza, tre settimane). Le temperature avrebbero raggiunto livello intorno ai 1000°, indebolendo in maniera significativa, addirittura del 75%, la forza dell’acciaio dello scafo (ipotesi sottoscritta dagli esperti in metallurgia sentiti dal giornalista).
Ciò è evidentemente una causa su cui si sarebbe dovuto indagare immediatamente perché cambia totalmente i fatti accaduti: si avrebbero evidenze per cui agli ufficiali di bordo fu vietato da Joseph Bruce Ismay* (AD della società che costruì il Titanic) di parlare dell’incendio con i passeggeri e a Southampton, una mossa molto insolita, la nave fu ormeggiata in verso contrario a quanto programmato, proprio per nascondere il punto incriminato agli sguardi indiscreti del pubblico presente nel porto nonché ai passeggeri stessi.
Anche durante l’inchiesta sul naufragio si parlò dell’incendio ma venne totalmente sottovalutato: questo solleverebbe interrogativi molto gravi nei confronti della compagnia. Già era noto il fatto che la costruzione del Titanic era in ritardo sul programma originario e le aspettative erano altissime, per cui un ritardo o la sua non messa in acqua, non era certamente nei programmi.
Questo fatto ha fatto aprire nuovi scenari: il fuoco infatti, addirittura potrebbe non essere stato del tutto spento e aver covato sotto le montagne di carbone quando la nave partì, e potrebbe essere uno dei motivi per cui il Titanic navigasse a grande velocità.
Infatti, secondo Molony, l’unico modo per tenere a bada il carbone era quello di metterlo nell’unico posto possibile, ossia la fornace, il che spiegherebbe il perché dell’alta velocità del transatlantico.
Tutte le nuove prove sono state presentate nel documentario “Titanic: The New Evidence“, andato in onda il giorno di Capodanno alla BBC Channel Four.
Ovviamente prendiamo con le pinze questa notizia: durante questi 100 anni dal disastro, molte volte i cospirazionisti hanno portato a conoscenza del pubblico notizie più o meno fantasiose ma che si sono rivelate per ciò che erano, ossia bufale, seppure ben costruite.
Se la teoria fosse in ogni caso vera, la negligenza di tutti gli attori sarebbe senza precedenti: c’erano in gioco troppi interessi intorno al Titanic e questo, più volte ha fatto nascere le teorie più strampalate intorno ad esso.
Ci chiediamo tuttavia se questo nuovo scenario potesse cambiare la storia: il Titanic comunque colpì un iceberg ma lo scafo, sarebbe stato in grado di reggere all’impatto se fosse stato perfetto? Non sono un’esperta in materia e non saprei dirlo, ma David Hill, ex segretario della British Titanic Society e direttore della rivista della società, ha dichiarato:
“Certamente c’è stato un incendio. Si salpò il Mercoledì e sino al Sabato non accadde comunque nulla. Poteva cambiare il corso della storia (saperlo)? La mia opinione personale è che non avrebbe fatto la differenza.
“Per me dimostra che anche dopo tutti questi anni questa vecchia nave continua a ‘vomitare’ nuovi fatti. Il che è assolutamente affascinante”.
Anche Richard De Kerbrech, autore di diversi libri sul Titanic, ha affermato che la teoria potrebbe corrispondere al vero.
“Sappiamo per certo c’è stato un incendio a bordo della nave. Inizialmente ho dato alla cosa poco credito, ma, guardando la ricerca meticolosa [di Molony], sono rimasto sorpreso dall’importanza di questa scoperta. Il presidente e il designer erano a bordo, c’erano un sacco di cose che sono state taciute” ha dichiarato al Times .
A questo link di Channel 4 potete visionare il documentario.
*amministratore delegato della White Star Line, partecipò al viaggio inaugurale del RMS Titanic, alla quale egli stesso diede il nome.
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02/01/2017 ore 11.00 – “Post protetto da Licenza Creative Commons International CC BY-ND 4.0″