Stamattina, durante il consueto ‘giro delle news‘ come lo chiamo io, mi sono imbattuta in un articolo pubblicato da Il Post, che già dal titolo ‘Lo sfarzo sbiadito delle crociere‘: una sorta di omaggio al fotografo William Minke e ai suoi scatti malinconici a bordo di una nave da crociera.
Sapete che io sono un’amante delle prospettive insolite, mi piace fotografare ciò che mi circonda da un punto di vista che sia il più delle volte ‘diverso‘ e che mostri le cose da un’altra angolazione: è una mia fissa o un mio pregio, non so come definirlo, ma in ogni caso è diventato quasi un marchio di fabbrica.
Quindi, visto da questa prospettiva appunto, gli scatti possono essere ritenuti interessanti e possono anzi stimolare il dibattito.
Il fotografo tedesco che vive e lavora a Berlino, ha dunque fotografato il suo modo di vedere la crociera, ispirandosi al libro di David Foster Wallace, Una cosa divertente che non farò mai più, ossia il reportage di un giovane reporter a bordo di una nave da crociera superlusso per una settimana.
Un libro che è più di un racconto esilarante, un resoconto dei vizi e delle abitudini definite ottuse, degli acidi americani in vacanza: pacchiani che inseguono un sogno di eleganza e di lusso effimero. Una vera e propria critica di questi “cittadini americani adulti e ricchi” accompagnata da un’ironia pungente e che ha avuto tanto successo di pubblico.
E’ proprio questo il terreno di ispirazione di Minke, che ha inserito i suoi scatti malinconici, tristi, solitari, che mi ricordano tanto le atmosfere della cortina di ferro di non lontana memoria.
“Come un viaggiatore si possa lasciare alle spalle la vita quotidiana dietro 13 tavoli della roulette, bingo e centri commerciali per 24 ore al giorno” così spiega le sue sensazioni il fotografo nell’introduzione al suo catalogo.
Una sorta di racconto per immagini del divertimento, del glamour sempre raccontate dalle pubblicità da una parte e dall’altra qualcosa che ha davvero poca attrattiva, come la signora che gioca da sola in un casinò vuoto, le persone che stanno in solitudine seppure circondate da tanta gente, le cose lasciate in giro, quel senso di vecchio e appartenente ad un’epoca passata che cerca di venire alla luce, quel sentirsi parte di un mondo che richiama al lusso, quasi un riscatto ‘sociale’.
Interessante prospettiva sicuramente, anche se personalmente non mi trova d’accordo.
Certamente il tutto va preso per quello che è, cioè una sorta di esperimento, di ispirazione, di descrizione ammantata da tagliente umorismo, di ciò che è la vita quotidiana sulla nave: quante volte anche a voi saranno capitate le scene rappresentate dal fotografo? Angoli vuoti, per quanto possa sembrare strano, solitari, forse anche deprimenti eppure in un certo senso proprio per questo affascinanti.
Per esempio io amo fare un giro quando la gente normalmente pranza oppure dopo cena, quando tutti si riversano nei vari saloni: è durante questi momenti che all’esterno la nave è così tranquilla, il che non significa che a pochi metri non ci si stia divertendo un mondo. Che poi il modo di divertirsi a bordo non sia ciò che tu cerchi può starci tranquillamente: non siamo, grazie a Dio, tutti uguali!
Ecco perché al di fuori di tutto, questi scatti non fanno che raccontare una piccola parte di questa vita, vuoi ironica, vuoi deprimente: come ogni cosa nella vita c’è sempre il rovescio della medaglia e diciamolo sottovoce, tra di noi, quante volte abbiamo assistito a scene tragicomiche seppur involontarie!
Io ho letto questi scatti così, non per forza una dimostrazione che la crociera è ormai finita, solo per caciaroni, per ricchi viziati, per banalotti: questa è una lettura alquanto di parte e forse anche abbastanza semplicistica. Ogni nave può trasportare intorno alle 4.000 persone, un paese intero insomma: vuoi che non siano rappresentate tutte le fasce di popolazione? Vuoi non trovare il maleducato di turno? Vuoi non sentirti solo anche in mezzo a tanta gente?
D’altronde è proprio questo uno dei vantaggi di una vacanza in crociera: puoi stare in compagnia o da solo, puoi divertirti all’eccesso oppure puoi passare una settimana di relax, niente di nuovo all’orizzonte direi!
In ogni caso questi scatti hanno fatto parlare il mondo per ciò che raccontano, seppure seguano una linea di pensiero ben precisa, quasi un cliché tipico di chi questo modo di fare vacanza lo rifugge: a voi cosa trasmettono? Che ne pensate? Fatemi sapere 🙂
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Image credit ©William Burke
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28/06/2016 ore 16.00 – 18/05/2016 ore 14.00 – “Post protetto da Licenza Creative Commons International CC BY-ND 4.0″