Siamo quasi arrivati, a 5 anni dal naufragio, all’ultima ma proprio ultima parte delle operazioni di smantellamento di Costa Concordia: erano infatti le 21:45 del 13 gennaio 2012 quando l’allora ammiraglia della flotta Costa Crociere urtò contro gli scogli de Le Scole di fronte all’isola del Giglio. Uno squarcio, l’inclinamento e il parziale inabissamento provocarono la morte di 32 persone.
Una tragedia che si poteva evitare. Per me è davvero triste parlarne perché Concordia fu la mia prima nave da crociera, la nave del mio cuore, quella che fece crescere in maniera esponenziale la mia passione per questo modo di fare vacanza. I miei ricordi dunque sono legati a qualcosa di bello: la ricordo benissimo nel suo splendore, sebbene nel tempo, alle immagini del mio viaggio si siano affiancate le foto meno edificanti del giorno della tragedia, sino a quello del trasferimento a Genova.
E, mentre su tutti i social cominciano a fiorire i post, i tweet in ricordo, io ho cominciato a scrivere…
Per una strana coincidenza, ho ritrovato le mie foto della crociera su Costa Concordia del maggio 2008: sono foto che nulla hanno a che fare con la tragedia in sé, ma che sono il ricordo della mia prima crociera, il momento che mi hanno lasciato una grande nostalgia addosso e la consapevolezza che non vedrò più la sua sagoma in porto a Cagliari, che tante volte mi aveva fatto dire ‘tanto ti ripiglio mia cara, ci vediamo presto a bordo!‘.
Io la Costa Concordia la ricordo così…
Era sempre stato il mio sogno fare una crociera e quando trovammo l’occasione, per puro caso, ho talmente insistito che il mio compagno non ha potuto dirmi di no!
Il ricordo stranamente più nitido è il momento in cui la vidi, dal ponte più alto del traghetto Tirrenia che ci portava a Civitavecchia – che trasportava una comitiva che era diretta a Lourdes e che occupava tutto il traghetto tranne tre coppie tra le quali noi.
Il ricordo dell’istante in cui ho saltato di gioia come una pazza, attirando lo sguardo dei presenti che mi prendevano per matta, è il momento in cui il virus della crocierite si è impossessato di me! Continuavo a dire “ma è imponente, se si vede da qui. Non vedo il porto ma vedo la nave“!
E in effetti è stata enorme l’impressione che ci fece quando, per la prima volta, ci trovammo al suo cospetto: quanto può essere alta una nave? Lei per noi era gigantesca!
Con il naso all’insù, sottobordo Concordia per me era bianchissima, alta più di un palazzo, mi girava la testa stare lì a guardarla come un ebete! Continuavo a chiedermi “quanto può essere alta? Ma è vera o sto sognando?“. L’avevo così tanto sognata che davvero non mi pareva vero essere li!
L’ingresso è stato come mettere il piede in un mondo parallelo: dimentichi l’esterno e rimani coinvolto dalle luci, dalla musica sottofondo, dal grande atrio che con la sua imponenza e altezza dominava la grande hall centrale, cuore pulsante della nave! Un giro veloce prima di andare in cabina, a guardare il mondo dall’alto in basso stavolta, la cosa più affascinante e l’emozione più grande che potessi provare!
Come dimenticare il personale gentile e disponibile, ma anche i suoi colori così accesi, i lampadari dell’atrio che cambiavano colore continuamente, o gli ascensori panoramici, quelli che la prima volta che ci salii fui presa dal panico (soffro di vertigini sigh!), e tutti i momenti bellissimi vissuti a bordo…
Lasciarla è stato ancora più difficile, ma chi ha fatto una crociera sa di cosa sto parlando…per me era la prima e certo non pensavo che la nave, che ci aveva fatto sognare, sarebbe diventata l'”ultima casa” per 32 persone, salite anche loro nella nave che credevano dei sogni.
Ricordo che due giorni prima era a Cagliari: ero andata in aeroporto per accompagnare degli amici che rientravano dalle ferie natalizie e dalla strada in lontananza, scorsi un comignolo giallo: era un puntino minuscolo e davvero serviva un mago per capire ma io “sapevo” che era lei, me lo sentivo! Veloce inversione e dritti al porto, che non è proprio dietro l’angolo ma tant’è: e lì ebbi la conferma, era lei.
Due giorni dopo, leggo che un’amica di Facebook era felicissima di essere a bordo: pubblicava le foto dell’imbarco a Civitavecchia, della cabina, di ogni angolo che poteva pubblicare.
Poi il nulla e pensai…’Magari non prende più il cellulare’. Sino a quel post: ‘Siamo in allarme, la nave è inclinata, stiamo per salire su una scialuppa di salvataggio‘. Poi di nuovo il nulla e l’angoscia, nessuna agenzia parlava di incidenti, non capivamo.
Poi di nuovo una foto e non potevo crederci: la foto della nave inclinata pericolosamente, ancora tutta illuminata e le scialuppe di salvataggio che si dirigevano a terra.
Non ci credevo, o forse non ci volevo credere. Ricordo solo che ho seguito tutta la notte la diretta, tra TG e post di chi stava a bordo.
La triste realtà, la nave piegata su un fianco, le vittime… Tutto il resto è storia ormai.
Cosa posso raccontare in più di quello che in questi anni si è raccontato? Niente di più, sarebbe solo una triste ripetizione.
Nemmeno giudicare, non sono un giudice e non voglio farlo, esistono figure apposite e tanti processi ancora aperti.
Posso solo ricordarla, sempre con grande rispetto per chi non c’è più: questo non cancella la tragedia, né i morti, né i feriti, ma mi permette di viverne i ricordi che a lei mi legano.
Image credit ©crazycruises.it – le foto della nave smantellata ©il Secolo XIX
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13/01/2015 ore 16.00 – aggiornato 13/01/2017 ore 11.00 – “Post protetto da Licenza Creative Commons International CC BY-ND 4.0″
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