E’ allarme jihadisti sulle navi da crociera: abbiamo proprio ieri riportato la notizia che il n.1 dell’Interpol, Ronald Noble, lanciava l’allarme grave e pare fondato su prove certe, che vede aspiranti jihadisti di base in Europa intenti a fare incetta di biglietti di navi da crociera dirette in Turchia, soprattutto verso il porto di Izmit, da dove è più semplice poter poi raggiungere la Siria e l’Iraq ed aggregarsi ai militanti di Isis.
E’ fuori di dubbio che la notizia abbia sconvolto il pubblico dei crocieristi, scatenando timori e conseguente calo di presenze verso quei porti sulle navi.
E’ proprio davanti a questo reale timore che Elinore Boeke, direttore degli affari pubblici dell’Associazione internazionale delle compagnie di crociera (Clia), il più ampio organismo internazionale degli operatori dell’industria crocieristica, ha reso noto che, per quello che almeno riguarda gli USA, la sicurezza sulle navi non sia più “lassista” rispetto ad altri settori del trasporto come emergerebbe dalle parole del numero 1 dell’Interpol.
“Le compagnie di crociera – è scritto in una mail – prendono il tema seriamente, come le linee aeree“.
“Le procedure sono molto simili. Le compagnie americane condividono con le autorità le informazioni su chi cerca di imbarcarsi ed è segnalato nei database ufficiali.
Gli elenchi dei passeggeri vengono esaminati e sono posti in essere sistemi per confermare l’identità dei passeggeri imbarcati e sbarcati“.
E ancora: “Le navi da crociera impiegano a tempo pieno professionisti per la security, molti dei quali sono ex ufficiali di forze di polizia, che sono in costante e regolare contatto con le autorità locali e internazionali“.
Hai trovato interessante questo articolo? Lascia il tuo mi piace o un tuo commento o una tua condivisione per aiutarmi a crescere: a te non costa nulla, a me aiuta tantissimo 🙂